


1913/1997
MONSIGNORE
GREGORIO BACCOLINI
Sua Eminenza Arcivescovo GREGORIO BACCOLINI
LA SUA STORIA DI FEDE
«Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, e nel giorno del loro giudizio risplenderanno» (Sap. 3,1a.7a).
Con questa certezza ricordiamo la beata Dormizione del nostro fratello, l’Arcivescovo Gregorio.
S.E. Mons. Gregorio nacque il 24 settembre 1913 a Bologna, dove trascorse la giovinezza fino al conseguimento della maturità classica, maturando in quell’ambiente emiliano-romagnolo lo spirito di schietto e pratico umorismo che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Convertitosi – o, come amava ripetere, “folgorato dalla Grazia” – entrò nell’Ordine Benedettino di Vallombrosa.
Durante il secondo conflitto mondiale (1940-1945) esercitò il ministero come cappellano militare. Avendo accettato di servire come cappellano della Repubblica di Salò e di essere l’ultimo confessore personale di Benito Mussolini, al termine della guerra fu internato in un campo di prigionia con l’accusa di adesione al partito fascista, accusa dalla quale venne assolto pienamente dopo pochi mesi.
Nel 1947, dopo un intenso travaglio interiore e con le lettere dimissoriali dei suoi superiori, fece ritorno all’Ortodossia, entrando nel Monastero ortodosso benedettino di Parigi, dove fu accolto dall’Abate Denis. Vi rimase fino al 1952. Successivamente visse a Nidelbad-Rüschlikon, in Svizzera (1952-1957), per poi trasferirsi a Catania, dove nel Natale 1957 ricevette la croce pettorale d’oro. Nel 1960 fu eletto igumeno del Priorato Benedettino Ortodosso dei Santi Basilio e Benedetto a Roma, e nel 1964 raggiunse la sua sede definitiva a Torino.
A Torino fu per tutti – ma soprattutto per gli “ultimi” – padre, sacerdote, amico e buon samaritano. Nel 1967 fu elevato alla dignità di Archimandrita, divenendo la vera “pietra angolare” della missione ortodossa in Italia. L’ardore della sua fede lo rese instancabile, e a lui si addicono le parole del profeta Geremia: «Nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo» (Ger 20,9).
Con questo zelo, negli anni ’70 contribuì alla fondazione e al consolidamento della comunità ortodossa veneta di Montaner e di numerose altre comunità ortodosse in Italia.
Il 22 settembre 1984 l’Archimandrita Gregorio fu consacrato vescovo nella Chiesa Ortodossa dei Veri Cristiani di Grecia (del vecchio calendario), la quale aveva ricevuto la successione apostolica negli anni ’50 dalla Chiesa Russa fuori dalla Russia, tramite gli arcivescovi di venerata memoria Serafim Ivanov di Chicago, Leontij del Cile e Teofil Jonesco di Romania.
Il 17 gennaio 1986 fu nominato Vescovo di Torino e, il 19 ottobre dello stesso anno, elevato al rango di Arcivescovo, ministero che svolse fino al 1995, quando chiese di divenire emerito, pur restando membro del Santo Sinodo della Chiesa Metropolitana autonoma dell’Europa Occidentale e del Canada, Patriarcato di Kiev.
Nella primavera del 1996 fu accolto amorevolmente nella Casa del Clero di Pancalieri (Torino), assistito con grande premura dalle reverende Suore e da molti volontari. Dopo breve ma intensa sofferenza, al vespro del 2 febbraio 1997, mentre la Chiesa cantava l’antico inno «O Luce gioiosa», Mons. Gregorio rese la sua anima al Creatore.
Mons. Gregorio fu un vero pioniere dell’Ortodossia in Italia. Uomo, monaco, sacerdote e vescovo, seppe unire profonda umanità, sincerità, coerenza evangelica, povertà e fede incrollabile. Come un novello Geremia, visse e soffrì le divisioni dei cristiani e le difficoltà della diaspora ortodossa in Italia, richiamando sempre alla centralità del rapporto interiore tra l’uomo e Dio.
Il suo funerale, presieduto da Sua Beatitudine il Metropolita Evloghios di Milano, vide la partecipazione di rappresentanti dei Patriarcati di Mosca e di Romania, nonché della Chiesa Cattolica Romana: segno tangibile del suo instancabile impegno per l’unità.
La Metropolia resta eternamente grata a don Carlo Carlevaris, sacerdote torinese, per la sua carità cristiana nella cura dell’Arcivescovo, alle Suore di San Gaetano e ai tanti volontari che lo hanno amorevolmente assistito.
Caro Padre Gregorio: eterna memoria!
«Egli non sarà mai dimenticato, non scomparirà il suo ricordo, il suo nome vivrà di generazione in generazione» (Sir 39,9).
(Archivio storico della Metropolia di Aquileia)
P.S. I suoi resti mortali sono conservati presso il Monastero Ortodosso dei Santi Giacomo e Filippo Apostoli di Mortara.